La serata di Santo Stefano, alla Scala, non ha mancato, neppure quest’anno, alla sua abitudine di radunare un pubblico numeroso, scelto, ma armato fino ai denti di una severità implacabile… Aggiungasi la mancanza del solito ballo, gravissima per coloro che adorano più le gambe che la gola….Ora, in tutte queste cattive disposizioni preconcette , ce n’è una che la più sbagliata non si può immaginare, ed è quella che la Carmen sia quasi un’operetta, e quindi non adatta alle massime scene, mentre invece è un’opera bella e buona, alla quale è toccata la stessa sorte del Faust con meriti per lo meno uguali… Molti negano alla Carmen la sua vera e solida importanza, perché i protagonisti non sono sovrani o principi, nemmeno marchesi o conti, ma semplicemente soldati, e la prima donna, dominante tutto il dramma, non è che una donna volgare del popolo, come l’ha così ben delineata il Mérimée, nel racconto che ha servito di schema ai bravissimi poeti francesi, i quali ne cavarono un libretto dei più belli,….. una vera gemma in mezzo ai brutti ciottoli che toccano a musicare ai poveri maestri di oggigiorno.”
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